“In gruppo, si vince”

29 / April / 2016

Intervista con Andrea Battello, ex allievo di talento

Per noi e per i nostri allievi il confronto con professionisti esterni alla Scuola è molto importante. Così è possibile, infatti, ampliare la propria visione facendo tesoro delle esperienze altrui. Approfittiamo, oggi, di Andrea Battello, tornato a Venezia per raccontare un po’ della sua esperienza agli allievi del II° anno di Grafica pubblicitaria ➤. Lo avevamo lasciato, a fine maggio del 2007, in procinto di entrare in agenzia per lo stage previsto per ogni nostro diplomato.

Andrea, prima di tutto, ricordi come eri arrivato da noi?
Stavo frequentando, un po’ di malavoglia, Scienze politiche, a Padova. Per ottenere i crediti di informatica ho frequentato un piccolo corso di web design il cui docente mi ha, definitivamente, convinto a cambiare il corso degli studi perché mi vedeva portato più per il design che per la politica internazionale. E mi ha consigliato proprio questa Scuola.

Aveva ragione, no?
Certamente, così mi sono iscritto al corso biennale e, poi, ho approfittato dello stage per inserirmi ulteriormente nel mondo del design grafico. Infatti, ero da Boscolo & Partners, di Udine, la mia città di origine, e, lì, finiti i due mesi mi hanno proposto di rimanere a lavorare con loro.

Quanto sei rimasto in agenzia?
Un anno, poi ho deciso di lavorare come free lance e per sette anni ho gestito diversi clienti. Pur avendo ricevuto possibilità di crescere e confrontarmi con una realtà professionale volevo mettermi in gioco e ho cominciato a collaborare con Marco Viola, un “interior designer”, e come Art director per alcune grosse aziende italiane di interior design, avendo così la possibilità’ di seguirne la parte grafica, a molteplici livelli, editoria, branding e comunicazione. Grazie all’esperienza in Boscolo e, anche, all’esperienza di famiglia, l’enologia, ho lavorato molto nel packaging, in particolare per il vino e per le bevande alcoliche.

E dopo?
A un certo punto ho deciso di spedire il mio curriculum ad un’agenzia di packaging che seguivo, con ammirazione, dai tempi di Venezia, la Stranger & Stranger di Londra, con sedi a New York e a San Francisco. Dopo una settimana mi hanno convocato e dopo il colloquio mi hanno preso in prova per due settimane. Di proroga in proroga siamo arrivati all’assunzione. Così mi sono trasferito definitivamente a Londra e ho rinunciato alla carriera di free lance.

Come ti trovi?
Molto bene, l’ambiente è eccezionale, vivo, soprattutto per lo spirito di gruppo, di team che è tipico dell’ambiente londinese. La loro mentalità è lontana dall’individualismo tipico dei nostri connazionali. Si lavora insieme per un obiettivo condiviso, il successo finale è patrimonio di tutti. Direi che condivisione, lo spirito di team, e meritocrazia, “chi vale va avanti”, sono due prerogative proprie dell’agenzia e della mentalità anglosassone. Qui sta la differenza con la mentalità italiana. Il lavoro viene riconosciuto non solo con lo stipendio, ma anche in termini di bonus, un altro modo di condividere, questa volta gli utili della società!

Lavori molto?
Almeno 12 ore al giorno e impegno spesso anche i week end. Ho un orario, certo, ma l’ambiente e la caratura dei clienti sono troppo stimolanti. Abbiamo grandi clienti internazionali, la Bacardi, per esempio, Martini, Jack Daniels. L’agenzia è specializzata nella progettazione di packaging per le bevande alcoliche.

 

Nel-testo

Per venire a noi, cosa ti ha dato la nostra Scuola?
La mentalità del lavoro di gruppo, della condivisione. E poi, il lavoro manuale, la manualità. Ho sperimentato, non solo a Londra, che è fondamentale per progettare del buon design. Il nostro processo creativo parte, dopo l’analisi del brief del cliente, con delle moodboard (*) in cui delineiamo delle linee strategiche e poi con una serie di schizzi, di layout dai quali si scelgono le proposte da presentare al cliente. Si tratta della procedura che ho imparato proprio a Venezia! E poi, l’importanza della cultura personale, della curiosità. A Londra ho capito quanto è importante il senso del “bello”, la cultura estetica che solo noi italiani possediamo, che respiriamo da quando siamo nati. Una cultura che va nutrita, ampliata. Il primo anno, a Londra, passavo il tempo libero nei musei (gratuiti, tra l’altro), come a Venezia, quando ero studente.

Per finire, ti va di dare un consiglio a un giovane aspirante designer?
Viaggiare, vedere il mondo, studiare, approfittare di tutti gli stimoli per allargare la propria cultura.

Note e crediti
(*) “Una Moodboard è solitamente una serie di immagini unite tra di loro come in un collage che serve ai designer o ai progettisti a mostrare in un formato visivo un progetto e il concept ad esso correlato. In linea di massima una moodboard serve per l’esposizione al cliente e deve contenere in sé più dati relativi al progetto possibili.” (Wikipedia)
Le immagini sono tratte dalla brochure di presentazione di Stranger & Stranger.


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Andrea Battello
“Dopo il diploma alla Scuola, esperienza in agenzia a Udine durata un anno.
Poi una collaborazione durata 7 anni con Marco Viola, fino alla chiamata da parte di Stranger&Stranger, lo studio che seguivo fin da quando ero studente: il tempo di chiudere tutto, seppur a malincuore, rinunciare alla mia libertà di freelance e in soli tre mesi mi sono ritrovato a Londra.”