L’altra metà del Design grafico: Lora Lamm e Anita Klinz

10 / March / 2017

Le scoperte di due allieve appassionate

“Ma è davvero possibile che siano solo uomini ad avere un ruolo fondamentale nella grafica italiana del dopoguerra?
La domanda è “sorta spontanea” da due allieve del I° anno del Master di Grafica Pubblicitaria,
Valentina Canniello e Chiara Degano, alle prese con un nuovo progetto proposto dalla docente di Comunicazione visuale e visiva, Carla Di Pancrazio (Cdp).

Si trattava di adottare un graphic designer italiano, uno per ogni allievo, non solo per conoscere ma anche per appropriarsi del loro contributo alla grafica del dopoguerra, un periodo di ricostruzione e di nuova crescita, economica e sociale. “Diciotto allievi, diciotto adozioni. Un tuffo profondo nell’immensità della comunicazione visiva”, per dirla con Cdp.

Così, le prime scelte sono state facili. I nomi, conosciuti e studiati, si andavano via via esaurendo. E poi, la domanda delle due allieve. Per dare una risposta a questa richiesta, Chiara e Valentina hanno adottato due figure femminili, rispettivamente Lora Lamm e Anita Klinz.
Ecco, in un “botta e risposta” con Cdp, le loro impressioni, le loro scoperte, il loro entusiasmo.

Cdp: “Vorrei una sintesi personale, una frase, un aggettivo o una storia, che caratterizzi il vostro, o meglio, la vostra graphic designer”
• Valentina: “Risponderò con una frase della stessa Anita Klinz ‘La grafica fa parte di quelle cose che tutti guardano senza davvero vederle’. Questo pensiero mi ha fatto riflettere sulle scelte che mi hanno portato a intraprendere questa professione e a sentirmi un tantino insicura.”
• Chiara: “Leggiadria, colore, ironia, creatività al femminile. In breve: Lora Lamm”.

Cdp: “Vita e professione. Cosa ti ha lasciato Anita/Lora che tu possa far tuo?”
• Valentina: “Alla fine degli anni Cinquanta, caso praticamente unico in Italia per una donna, è stata direttrice artistica della casa editrice Mondadori e delle edizioni Il Saggiatore. Bello poter riuscire a coniugare la diffusione della cultura con successi di mercato.”
• Chiara “Il graphic designer ha l’obbligo di adeguarsi sempre ai tempi in cui vive. Un prezioso mantra che mi ripeterò spesso.”

Cdp: “Design. Perché per Anita/Lora?”
• Valentina: “Raro esempio di innovazione come progettista. Con fine intelletto ha saputo tradurre visivamente i contenuti di volumi molto diversi tra loro, sapendo scegliere, a seconda delle caratteristiche, illustratori e grafici.
• Chiara: “Ricerca creativa ed autonoma. Lora Lamm, nel settore della ‘grafica d’impresa’ è riconoscibile per uno stile personale piacevole e molto apprezzato. Quasi 10 anni di collaborazione con La Rinascente per cui curò la grafica coordinata di cataloghi, manifesti, inviti, mailing-packaging.”

Cdp: “Designer. Come?”
• Valentina: “Mi piacerebbe coniassero anche per me una definizione come ‘Signora delle copertine’ e guardando le sue opere ho compreso quanto serva, per distinguersi, una continua ricerca e sperimentazione.”
• Chiara: “Per Lora un buon designer deve innovarsi, sempre. Non rimanere ancorato ad uno stile. Io sono ancora alla ricerca del mio, ma sicuramente studiare il suo lavoro mi ha chiarito che la semplicità sostenuta da una buona conoscenza del colore e della tipografia, oltre a un pizzico d’ironia, possono portare a ottima grafica”.

Cdp: “Poche parole per concludere la vostra ricerca”
• Valentina: “Cito un libro che illustra le milanesi alla conquista del mondo del lavoro tra gli anni ’50 e ’70. Nell’introduzione di Rossana di Fazio al libro La signorina Kores e le altre, ho trovate citate proprio le due grafiche consegnate a Chiara ed a me “…Molte donne entrano con discrezione, ma costruiscono in prima persona l’immagine della città (Milano). Pensiamo ad Anita Klinz (1925-2013), colei che già dagli anni Cinquanta disegna le collane della Mondadori per collaborare poi con molte altre aziende (…): campagne comunicative di enorme impatto e bellezza che fanno di Milano ciò che è (1964)”
•Chiara: “La piena consapevolezza del proprio valore e delle proprie capacità, tanto più difficili da affermare in un periodo in cui la grafica era dominio assoluto degli uomini. Sintesi delle parole di un’intervista quando fu chiesto a Lora Lamm come mai l’Alliance Graphique International avesse rifiutato nel 1960 la sua candidatura “L’A.G.I. è un’associazione nata a Parigi negli anni cinquanta con lo scopo di riunire e rappresentare i migliori grafici di tutto il mondo. Nel 1960 due svizzeri proposero il mio nome come nuovo membro, ma la mia candidatura venne rifiutata in quanto sarei stata la prima donna, e negli statuti non era prevista la presenza femminile. Devo dire che la cosa non mi turbò minimamente. Se la valutazione era fatta su questi criteri…”


RIFERIMENTI:
Enciclopedia delle donne. ANITA KLINZ.
Dorfles,Gillo. “LORA LAMM” in Graphis 90, luglio, agosto 1960