Milton Glaser su Massimo Vignelli

22 / March / 2016

Una testimonianza del grande graphic designer in memoria di Massimo Vignelli

“Qualche giorno prima della sua scomparsa, sono andato a trovare Massimo per l’ultima volta nel suo appartamento nell’Upper East Side. Come si può immaginare, è un’infilata di stanze ampie, rigorosamente e magnificamente arredate. Poiché io stesso sono piuttosto anziano, ho già dovuto sostenere conversazioni di questo tipo, negli ultimi anni. E mai il senso della conclusione mi è stato tanto evidente.”

“Massimo mi ha salutato, dalla sua scrivania. Aveva perso qualche chilo, sembrava più pallido, ma era ancora lucido e composto. Il suo dolce sorriso, inalterato. Mi sono seduto e ci siamo stretti la mano. «Ti voglio ringraziare per il percorso che abbiamo fatto insieme» mi disse, e sorrise.”

“Per oltre mezzo secolo, Massimo e sua moglie Lella, altrettanto talentuosa, hanno definito il significato di qualità nel mondo del design. Se la biologia determina le nostre vite, allora le profonde radici italiane dei Vignelli http://www.vignelli.com/ rivelano la loro affinità con Borromini, Piero della Francesca e altri geni del Rinascimento. In quale altro modo potremmo definire il lucido rigore compositivo e la classicità dei loro lavori?”

Vignelli_Glaser

“L’opera grafica di Massimo, i suoi sistemi di immagine coordinata, i poster e la tipografia sono essenziali, e dalla relazione scrupolosa e formale di ogni componente emerge un senso di necessità. Sembra quasi sempre che la caratteristica di un lavoro di prim’ordine nella dialettica tra forma e contenuto, sia la sua inevitabile necessità. Massimo sembra sempre a proprio agio con l’arte e la bellezza. Quando si tratta di narrativa, sembra meno coinvolto. Tutto di Massimo mi ha sempre colpito, come parte dello stesso essenziale tessuto: il suo taglio di capelli, i suoi vestiti (neri), il ritmo della sua conversazione e, ovviamente, l’eleganza classica della sua stessa opera.”

“Massimo ha istituzionalizzato e dato un sistema non solo ai seguaci del Modernismo, ma anche ad ogni altro designer del mondo. Ma, come tutte le idee sullo stile – sì, oltre alle altre idee che lo accompagnano, il Modernismo è anche uno stile – il mondo e la nostra professione hanno iniziato a muoversi in altre direzioni. È tornato l’Ornamentalismo, insieme ad esercizi tipografici infiniti, autoreferenziali, spesso ottusi.”

“Sappiamo tutti che le cose cambiano, ma negli ultimi anni Massimo è sembrato impreparato al ritorno dell’espressionismo grafico – questi cambiamenti che l’hanno attaccato come pacchiano e non aggiornato. Ma le sue convinzioni sono rimaste inalterate e il suo lavoro, impeccabile.”


Milton Glaser ➤ (nato nel 1929), creatore del logo “I love New York” ha inaugurato la Milton Glaser Inc. nel 1974 e continua a produrre una grande quantità di opere celebrate ed a promuovere la pratica etica del design.

Massimo Vignelli (1931-2014) ha lavorato a Milano fino al 1971, dopo aver fondato la Unimark con Bob Noorda. Ha, poi, trasferito la sua attività a New York, creando la Vignelli Association ed in seguito, la Vignelli Design, nel 1978, con sua moglie Lella. Tra i molti progetti per le più importanti società americane e non solo, spicca la sua celebre mappa della metropolitana di New York ➤

Crediti
Articolo tratto da Printmag ➤ Sotto il titolo, un progetto di Vignelli per Knoll International. La fotografia di Milton Glaser è di Michael Somoroff